Ambientazione

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Il mondo, o almeno quell'aspetto del mondo che i mortali chiamano impropriamente realtà, è governato da entità sempiterne.

I fili dell’esistenza vengono tirati da esseri che ne incarnano gli aspetti: archetipi pregni di significato, e quindi di potere. Ma la distanza tra queste presenze metafisiche e la dimensione mondana è più corta di quel che si potrebbe pensare, e sovente esse varcano la soglia dal reame dei mortali.

Accade ben di rado il contrario: raramente i mortali hanno accesso ai regni superiori e mai possono farvi ritorno, come da quello di Morte, e le poche volte che possono non ne serbano un vivido ricordo, come da quello di Sogno.

Il sipario della Stagione delle Nebbie si alzerà su un mondo onirico e fantastico, cupo ma poetico, ricolmo di grandi meraviglie e orrori crudeli. Una dimensione dove l’effimero e l’intangibile sono concreti tanto quanto la materia, dove idee e sentimenti possono avere un corpo e una volontà proprie.

“Sognate il mondo. Non questa pallida ombra della realtà. Sognate il mondo per com'è davvero.”
a CatDream Country

Il sipario della Stagione delle Nebbie si alzerà su un mondo onirico e fantastico, cupo ma poetico, ricolmo di grandi meraviglie e orrori crudeli. Una dimensione dove l’effimero e l’intangibile sono concreti tanto quanto la materia, dove idee e sentimenti possono avere un corpo e una volontà proprie.

“Sognate il mondo. Non questa pallida ombra della realtà. Sognate il mondo per com’è davvero.”

Il mondo, o almeno quell’aspetto del mondo che i mortali chiamano impropriamente realtà, è governato da entità sempiterne. I fili dell’esistenza vengono tirati da esseri che ne incarnano gli aspetti: archetipi pregni di significato, e quindi di potere.

Ma la distanza tra queste presenze metafisiche e la dimensione mondana è più corta di quel che si potrebbe pensare e sovente esse varcano la soglia dal reame dei mortali. Accade ben di rado il contrario: raramente i mortali hanno accesso ai regni superiori e mai possono farvi ritorno, come da quello di Morte, e le poche volte che possono non ne serbano un vivido ricordo, come da quello di Sogno.

Da dove nascono le idee, i sogni, le storie, i simboli e i concetti? Essi posseggono un enorme potere, quello di dare un senso alle cose, di plasmare il reale e controllare l’universo.

Gli uomini ne sono inconsapevoli, solo alcuni sono riusciti a sbirciare oltre il velo che li separa da ciò che è loro interdetto: poeti in grado di descrivere l’indefinito, saggi toccati dall’illuminazione, folli incapaci di comprendere ciò che avevano scoperto. Molti tra gli immortali sono convinti che essi non siano altro che una seccatura di cui avrebbero fatto a meno, agnelli sacrificali per la loro gloria o futili pedine di un gioco che non possono comprendere. Non potrebbero aver maggior torto, giacché nelle loro mani risiede un potere da sempre bramato e di rado ottenuto dalle divinità: quello di credere, quello di scegliere, quello di poter cambiare.

Un privilegio sempre negato agli dèi e alle storie. O per lo meno quasi sempre.

“Non fidarti mai del narratore. Fidati solo della storia”

Al di sopra degli dèi, dei miti e delle leggende, dell’Ordine e del Caos, ci sono gli Eterni: essi sono una famiglia composta da sette fratelli, ognuno dei quali ha il compito di amministrare uno specifico aspetto della natura umana.

Gli Eterni

Il severo Destino è il maggiore; il suo regno è un infinito giardino che Egli attraversa senza sosta, senza mai passare due volte per lo stesso sentiero. Avvolto da una tunica, reca con sé un voluminoso libro legato al suo polso da una spessa catena. E’ cieco ma questo non gli impedisce di leggere dalle pagine del tomo i segreti dell’esistenza di ciò che è stato, di ciò che è e di ciò che sarà.

Morte è la più gioviale dei fratelli. Quando il primo uomo nacque lei lo stava già attendendo. Quando l’ultimo morirà il suo lavoro sarà concluso e potrà porre fine al creato. Ogni uomo la incontra due volte: appena viene alla luce, anche se non ne serba il ricordo, e quando i suoi giorni sono finiti. 

Distruzione ha rinunciato al suo ruolo, lasciando l’umanità libera di agire al di fuori del suo influsso. Nonostante sia scomparso da tempo e nemmeno i suoi fratelli abbiano più notizia di lui, l’umanità non ha cessato di distruggere ciò che crea.

Delirio, un tempo nota come Delizia, è la più giovane. Cangiante e mutevole nessuno sa cosa veda attraverso i suoi occhi indefinibili. Sostiene di essere la depositaria di conoscenze che non si trovano scritte nemmeno nel libro di Destino, ma non le ha mai condivise con nessuno.

La laida e tormentata Disperazione si lacera le carni con un anello uncinato. E’ lei in realtà che i mortali scorgono quando contemplano il proprio riflesso allo specchio nei momenti più bui delle loro vite. Momenti che possono durare un istante o una vita intera.

E’ la sorella gemella di Desiderio, eterno androgino subdolo e spietato. Maschio e femmina, entrambi e nessuno di essi, egli, o ella, è tutto ciò che l’essere umano potrà mai desiderare di essere o di avere. Sfrontato e arrogante non c’è nulla che non farebbe per condurre alla rovina l’ultimo dei sette fratelli, il bersaglio del suo odio.

Sogno è conosciuto con molti nomi: Morfeo, Sandman, il Tessitore. Suo è il reame del sogno, i suoi sudditi sono illusioni, chimere e racconti: Caino e Abele, la prima delle storie, Lucien il custode della biblioteca dei libri mai scritti, il corvo Matthew, saggio e talvolta impertinente consigliere, Mervin, il fac totum dalla testa di zucca e molti altri sogni e incubi, come il Corinzio e il Paradiso dei Marinai.

Morfeo è una creatura distante, fedele solo al suo ruolo e completamente indifferente alle sofferenze umane. Solo di recente ha iniziato a mettere in dubbio le proprie scelte. La nostra storia inizia proprio con Lui.

“E’ tempo per me di camminare nell’abisso. Tempo di reclamare ciò che è mio. Devo parlare con la Stella del Mattino. Non ripongo molte speranze in quest’incontro.”

Lucifero, Stella del Mattino, colui che è caduto dal Paradiso per regnare sui dannati, ha giurato di vendicarsi di Sogno. Costretto a una lunga assenza dal suo regno, il Tessitore vi tornò per scoprire che molti dei suoi averi erano andati smarriti e parecchi dei suoi sudditi si erano dati alla fuga. Impiegò tempo per rimettere in sesto i suoi possedimenti e ritrovare ciò che gli era stato sottratto. Fu quando scese agli inferi per pretendere dal demone Chorozon l’elmo che gli aveva sottratto, che Lucifero si mise di traverso. Prese le parti del suo servitore acconsentendo che l’esito della contesa venisse deciso con un duello. Ma a nulla valsero i sotterfugi dell’angelo caduto: egli aveva sottovalutato il potere di cui i sogni dispongono persino nel cuore dell’Inferno.

Sconfitto e umiliato sul suo campo di battaglia, di fronte ai propri lacchè egli promise a se stesso che avrebbe fatto rimpiangere all’Eterno la sua sfrontatezza. Del resto era solo una questione di tempo: avrebbe solo dovuto aspettare e l’occasione si sarebbe presentata.

“Meglio regnare all’inferno che servire all’inferno, non è vero piccolo fratricida?” “Cer… certamente, Lord Lucifero. Tutto quello che dite, Lord Lucifero.” “Non l’abbiamo detto noi. L’ha detto Milton. E lui era cieco”

Fu nel corso di una riunione coi suoi fratelli che Desiderio e Morte rinfacciarono a Sogno il destino crudele che aveva riservato al suo antico amore Nada. Quello con la regina della prima città era un amore proibito e furono i sudditi della donna a pagarne il prezzo. Quando lei per il rimorso si tolse la vita, Sogno adirato per essere stato abbandonato la condannò all’Inferno per l’eternità. Le sue azioni non erano mai state adombrate dal rimorso, ma Sandman aveva iniziato a mettere in discussione le proprie scelte e le aspre parole dei fratelli lo convinsero che doveva scendere una seconda volta nel reame dei dannati.

Tuttavia quando Caino si recò ad annunciare al diavolo l’arrivo del suo signore questi decise che era giunto il momento di ottenere la sua vendetta. Quando Sogno scese i gironi non trovò né demoni a intimidirlo né dannati a supplicarlo.

Lucifero aveva chiuso l’Inferno.

Aveva licenziato i demoni e congedato le anime dei peccatori. Il re dell’Inferno spiegò a Sogno di aver abdicato dal suo trono, di essere stanco dei suoi doveri e dei suoi obblighi. Non era un inganno o una trappola elaborata: Lucifero non desiderava più punire i peccatori ma suonare in un piano bar. Porse la chiave dell’inferno a Sogno e un beffardo diabolico sorriso gli attraversò il volto quando lui le accettò.

“I tempi sono cambiati, e noi siamo cambiati con loro. Ci stiamo espandendo… assimilando altri pantheon, dèi minori, nuovi altari e icone.”

Quale tiro mancino aveva riservato Lucifero a Sogno! Gli aveva consegnato un potere che non gli spettava e che non desiderava, ma che invece era bramato da molti.

Il guercio Odino fu il primo a muoversi e a radunare gli Asi per poter mettere le mani sulla chiave e scongiurare il Ragnarok. Presto altri li seguirono: gli Egizi, gli Olimpici, i Nipponici, gli Africani e gli Indù, ma anche gli Dèi dimenticati, in cerca di un barlume dell’antico potere e gli Dei Nuovi e i Miti moderni, decisi a sbarazzarsi dei loro predecessori una volta per tutte.

I Demoni, sebbene orfani della loro guida, insistettero che nessuno potesse occuparsi dei dannati meglio di loro, come è sempre stato. Anche i signori del Caos e dell’Ordine si sono fatti avanti, mandando i loro emissari a vantare diritti sullo scranno infernale e persino la corte di Faerie, preoccupata per le possibili conseguenze, si è presentata ai cancelli del regno del Sogno con richieste da esibire a Morfeo.

Infine la Presenza, comprendendo la gravità della situazione, mandò in sua vece un piccolo gruppo di delegati:  Angeli che si librarono dalla Città d’Argento per raggiungere le lande oniriche col compito di osservare lo svilupparsi degli eventi.

Per rendere il giusto onore ai suoi ospiti Sogno ha organizzato un degno ricevimento e ha evocato alla sua corte svariati Sognatori per assisterli e servirli: mortali che obbediscono ai voleri dei miti come fu nei tempi antichi. 

“Ma il prezzo di ottenere quel che vuoi è ottenere quello che una volta hai voluto”

La chiave.

Una parola carica di significati. Un simbolo. Un’icona. Un ricettacolo di potere.

Sogno si trova gravato dall’enorme responsabilità di scegliere a chi affidarla. Un’incombenza che si sarebbe volentieri risparmiato. Ogni delegazione attende il momento più propizio per poter conferire con lui. C’è chi ha un dono da offrire e chi qualcosa con cui ricattarlo. Chi è disposto a condividere segreti e chi è convinto di poterlo minacciare.

Nessuno di loro sa se Sogno deciderà di seguire il sentimento, il senso di giustizia o il guadagno, ma qualunque motivazione di un Eterno mai risponde alla logica dei mortali e neppure a quella degli dèi.

“...e a quel punto si svegliò.
Sup
pongo ci siano finali peggiori.”